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Sua Santità Papa Francesco,

La stasi sul fronte Covid favorisce ora gli incontri faccia a faccia e mi sarebbe piaciuto parlare con voi di persona. Ma poiché le procedure per richiedere un’udienza in Vaticano sono ben lungi dall’essere una sinecura, mi rivolgo a voi simulando questo incontro, il cui ordine del giorno è quello di attirare la vostra attenzione sulla tragedia degli africani e dei non europei vittime della guerra in Ucraina.
A volte invocherò versetti biblici per allinearmi al comunicato vaticano in cui lei ha ricordato, a metà marzo, che “la Chiesa non deve usare il linguaggio della politica, ma il linguaggio di Gesù”. Quindi, il discorso diretto sarà all’ordine del giorno.

Santo Padre,

Dall’inizio del conflitto, avete moltiplicato gli appelli alla pace e le condanne in modo nobile. Questa settimana, il 6 aprile, lei ha denunciato la “sempre più orribile crudeltà” in Ucraina, prima di baciare una bandiera di Boutcha, la città ucraina dove sono stati scoperti diversi cadaveri. Tre giorni prima, durante una messa a Malta, lei ha condannato una “guerra sacrilega”.
Già il 25 marzo, in una funzione religiosa a Roma, lei ha condannato una “guerra odiosa” le cui “bombe stanno distruggendo le case di molti dei nostri fratelli ucraini indifesi”. Lei ha invitato i sacerdoti e i vescovi del mondo a unirsi a lei nella preghiera. E per l’occasione, il testo della sua omelia è stato trasmesso in 35 lingue.

In altri discorsi lei ha deplorato i “fiumi di sangue e lacrime” che scorrono in Ucraina. È chiaro che la situazione degli africani e degli extracomunitari, che purtroppo si confonde con questi “fiumi di sangue e lacrime”, è relegata in secondo piano nei vostri numerosi interventi.

Vi passo il mio binocolo

Vi passo il mio binocolo per avere un’idea della tragedia che la guerra in Ucraina ha causato alle minoranze africane e non europee. Vedrete sullo sfondo molti studenti in disordine perché sono soggetti a spaventose discriminazioni nei paesi europei dopo essere fuggiti dai bombardamenti.

Noterete anche che un estratto della direttiva UE del 4 marzo prevede una protezione temporanea per i cittadini extracomunitari a certe condizioni e che gli stati interessati si astengono sistematicamente dall’applicare questa legge. Così facendo, troviamo tristemente rifugiati di prima categoria composti da persone con la pelle bianca, gli occhi azzurri e i capelli biondi da un lato e, dall’altro, vittime di seconda categoria che comprende persone con la pelle nera o meticcia, occhi marroni, capelli crespi o ricci.

Potrete constatare una piccola dose d’ingiustizia quando vedrete gli extracomunitari alloggiati in centri di asilo ordinari mentre i loro compagni ucraini sono alloggiati in case private o in centri di miglior fortuna.

Se si punta il binocolo alle frontiere polacche, si vedrà che gli africani e gli extracomunitari in fuga dal conflitto vengono arrestati e rinchiusi in campi.

Accanto a questo quadro drammatico, si osserva fortunatamente la solidarietà africana in azione unita a quella di una parte degli occidentali che denunciano una politica di accoglienza a geometria variabile.

Sua Santità il Papa,

Mi chiedo perché lei difende solo gli ucraini colpiti dalla guerra, quando anche altre minoranze stanno pagando un prezzo pesante. Gli africani e i non europei non sono Figlie e Figli di Dio degni della vostra preoccupazione?

Solo con queste domande, mi avventuro su un terreno scivoloso, a rischio di essere bacchettato sulle nocche da certi cattolici africani che credono fermamente che non si critica un uomo di Dio. A coloro che saranno arrabbiati con me, chiedo perdono in anticipo e ricordo di sfuggita che Cristo ci invita in Matteo 18:22 a perdonare fino a sette volte settanta.

Sua Santità il Santo Padre,

Se ci fosse giustizia, gli africani dovrebbero essere in prima linea tra le persone di cui dovreste difendere la causa in Ucraina. È nel loro continente che la Chiesa cattolica sta vivendo un’ascesa fulminea, con i fedeli che implorano il Signore giorno e notte. Il peso della Chiesa cattolica, che era solo l’1% in Africa intorno al 1900, è salito al 18% nel 2019, secondo i dati del Central Bureau of Church Statistics.

Rompere il blocco legale

In un momento in cui l’Europa sta vivendo una grave mancanza di vocazioni, i sacerdoti africani sono chiamati alla riscossa, e le loro voci risuonano nelle chiese occidentali. Una ragione in più per essere sensibili alla situazione degli africani in Ucraina. In Salmi 91:14, Gesù non ha forse promesso ai suoi fedeli che lo amano che li libererà e li proteggerà perché conoscono il suo nome?

Sommo Pontefice,

Ormai sapete che le minoranze soffrono il martirio in Ucraina e nei paesi d’Europa. Non è troppo tardi per fare la cosa giusta rimettendo la chiesa nel villaggio.

La tua voce si fa sentire. Assicurarsi che l’Europa dia un trattamento equo a tutte le persone che fuggono dalla guerra in Ucraina. Le chiedo di lavorare instancabilmente per rimuovere l’impedimento legale che impedisce agli studenti africani e non europei in fuga dal conflitto di continuare i loro studi, come gli ucraini, nei paesi dove trovano rifugio.

Queste lamentele sono preghiere che migliaia di studenti cattolici, genitori e fedeli vorrebbero vedere esaudite. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Sion, Svizzera, 9 aprile 2022

Etonam Ahianyo, giornalista, africano, coordinatore dell’iniziativa SaveAfricans-Ukraine

Contatto telefonico : +41 78 243 09 10

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